Pubblicata il 19/07/2016 in Diritto di Famiglia
Pubblicata il 10/02/2016 in Diritto di Famiglia
Pubblicata il 01/02/2016 in Diritto di Famiglia
Pubblicata il 21/05/2014 in Diritto di Famiglia
Pubblicata il 21/05/2014 in Diritto di Famiglia
Pubblicata il 21/05/2014 in Diritto di Famiglia
Pubblicata il 17/05/2013 in Diritto di Famiglia
Dalla Corte di Cassazione, 21 marzo 2013 n. 7214 un importante riconoscimento della famiglia di fatto.\r\nNella famiglia di fatto, il convivente more uxorio non è un semplice ospite dell’altro convivente, proprietario esclusivo della casa familiare, ma ha la detenzione qualificata dell’immobile e, quindi, può esercitare l’azione di spoglio, anche contro il partner. La famiglia di fatto è compresa tra le formazioni sociali che l'art. 2 della Costituzione considera la sede di svolgimento della personalità individuale, il convivente gode della casa familiare, di proprietà del compagno o della compagna, per soddisfare un interesse proprio, oltre che della coppia, sulla base di un titolo a contenuto e matrice personale la cui rilevanza sul piano della giuridicità è custodita dalla Costituzione, sì da assumere i connotati tipici della detenzione qualificata\r\n
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Pubblicata il 17/05/2013 in Diritto di Famiglia
La Cassazione conferma la sentenza della corte di appello, che, utilizzando una relazione della Asl che diagnosticava una sindrome da alienazione parentale dei figli ed evidenziava il danno irreparabile da essi subito per la privazione del rapporto con la madre, ha fatto uso del potere, attribuito al giudice dall'art. 155 sexies c.c., comma 1, di assumere mezzi di prova anche d'ufficio ai fini della decisione sul loro affidamento esclusivo alla madre. Essa, inoltre, ha fondato la decisione anche su altri elementi non specificamente censurati dal ricorrente, concernenti il giudizio negativo circa le attitudini genitoriali del B. (desunto anche dalla reiterata condotta ostruzionistica posta in essere al fine di ostacolare in ogni modo gli incontri dei figli con la madre), dandone conto in una motivazione priva di vizi logici e quindi incensurabile in questa sede.
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Pubblicata il 20/02/2013 in Diritto di Famiglia
Pubblicata il 20/02/2013 in Diritto di Famiglia
Pubblicata il 11/02/2013 in Diritto di Famiglia
Pubblicata il 30/01/2013 in Diritto di Famiglia
Corte di Cassazione, n. 2183 2013 - Il giudice, per pronunciare la separazione, deve verificare, in base ai fatti obiettivi emersi, ivi compreso il comportamento processuale delle parti, con particolare riferimento alle risultanze del tentativo di conciliazione ed a prescindere da qualsivoglia elemento di addebitabilità, l'esistenza, anche in un solo coniuge, di una condizione di disaffezione al matrimonio tale da rendere incompatibile, allo stato, pur a prescindere da elementi di addebitabilità da parte dell'altro, la convivenza. Ove tale situazione d'intollerabilità si verifichi, anche rispetto ad un solo coniuge, deve ritenersi che questi abbia diritto di chiedere la separazione: con la conseguenza che la relativa domanda, costituendo esercizio di un suo diritto, non può costituire ragione di addebito".\r\nNello stesso senso: Cass. 21099/2007
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Pubblicata il 30/01/2013 in Diritto di Famiglia
Pubblicata il 30/01/2013 in Diritto di Famiglia
Pubblicata il 17/01/2013 in Diritto di Famiglia
Pubblicata il 23/04/2012 in Diritto di Famiglia
Pubblicata il 13/04/2012 in Diritto di Famiglia
Pubblicata il 13/04/2012 in Diritto di Famiglia
Pubblicata il 13/04/2012 in Diritto di Famiglia
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